sabato 2 ottobre 2010

Il jiu-jitsu competitivo rappresenta solo il 30% del jiu-jitsu reale - Rickson Gracie



Al  seminario tenuto a Rio De Janeiro Da Rickson Gracie, alla domanda su cosa pensa del jiu-jitsu attuale il figlio di Elio Gracie ha così risposto: "Il Jiu-Jitsu competitivo rappresenta solo il 30% del vero Jiu-Jitsu. Senza l'altro 70%, che include autodifesa in piedi, abilità difensive dai colpi e clinch e un'efficiente guardia vale-tudo, i praticanti non possono sviluppare la fiducia per camminare per le strade sapendo che possono sopravvivere ad un possibile confronto. "

Oggi quasi la totalità dei corsi in Italia e all'estero, di qualsiasi associazione sono troppo orientati verso l'agonismo e le tecniche utili in gara. Il vero jiu-jitsu, quello che ti salva la vita in strada, lo conosce più qualcuno? Può un serio praticante di Bjj, oggi, affermare di saper controllare e non farsi battere da un esperto di thai o un boxer se passa tutto il tempo a perfezionare quelle tecniche che gli serviranno in gara?

Credo che il jiu-jitsu che ha permesso ai Gracie di sconfiggere tanti avversari dei diversi stili oggi lo conoscano in pochi, e tra questi non voglio mettere chi fa MMA perchè si tratta di professionisti. Saper tutto della mezza guardia ma non sapersi liberare da una cravatta tecnica potrebbe essere il futuro dei praticanti del bjj? E' probabile!

Nel leggere Rickson che parla di un 30% assegnato al jiu-jitsu competitivo mi fa pensare a quanto lontana sia la sua visione da quella del mondo contemporaneo del bjj più interessato a creare campioni che creare individui in grado di sapersi difendere da un vera aggressione in strada.

Quando si parla di "old jiu-jitsu" vs new" jiu-jitsu" non bisogna fraintendere i termini della questione e contrapporre il bjj "basico" di Roger Gracie alle funamboliche evoluzioni dei fratelli Mendes, perchè entrambi rappresentano due modi diversi, ma ugualmente efficaci, di affrontare una competizione. "L'old jiu-jitsu" è quel jiu-jitsu che ti permette di difenderti contro un avversario che ti aggredisce con le peggiori intenzioni e non lo si deve confondere con le MMA.

Oggi la vita media è aumentata e credo che un individuo possa continuare ad allenarsi anche quando supera gli "anta" e possa sperare di praticare per altri 20/30 anni. Va da se che, a parte pochi "vecchietti" che amano gareggiare, la maggior parte delle persone che hanno superato i quaranta non abbiano come prioritario l'obiettivi di partecipare a una gara. lo stesso vale per le donne, i bambini e molti adulti che non sono interessati all'agonismo.

Oggi credo, senza tema di smentita, che il 70% del tempo speso in palestra, se non di più, sia dedicato all'agonismo e ciò ha come risultato quello di vedere accademie con pochi iscritti molto motivati e preparati che si rotolano in terra eseguendo acrobatiche evoluzioni che, agli occhi di un neofita, appaiona tanto belle quanto incomprensibili.

Il Bjj sta ripercorrendo la stessa strada che ha gia percorso il judo e credo che la sua entrata nelle olimpiadi, se ciò avverrà, accelererà inevitabilmente questo corso. Rileggendo un vecchio libro del judo degli anni 50 di Feldenkrais, mi sono accorto di quanto simile fosse il judo delle origini con il bjj. Oggi il rischio è che il Bjj sia il judo del futuro, solo uno sport.

1 commento:

  1. Complimenti per questo articolo e per il blog intero che ho letto con passione, stupore e curiosità. Scrivi benissimo, tratti temi cruciali e mai banali e soprattutti arricchisci chi legge. Tornando al post complimenti, io la penso come te e spero che il bjj ritrovi la strada dei Gracie e le tante tecniche e strategie oggi smarrite...
    Devo dire che la maggior parte delle persone con la quale mi sono allenato di fronte ad uno striker appena smaliziato dovrebbero resettare il proprio cervello e togliersi i punti dalla testa... per certamente mettersene poi di nuovi... e più dolorosi.
    Complimenti

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